Iniziò un periodo decisamente strano per la giovane Anita: le vennero rivolti inviti da più parti, venne accompagnata all’opera, alla commedia; venne portata in passeggiata per conoscere i luoghi che avevano visto Garibaldi giovane. Le lettere, che sicuramente qualcuno scrisse per lei, raccontano queste giornate serene, turbate solo dall’ansia per il viaggio che il marito stava per affrontare. Garibaldi e i suoi legionari infatti, grazie ad una sottoscrizione tra gli italiani di Montevideo, poterono acquistare una nave, ribattezzata Speranza, e, dopo varie traversie, salpare finalmente per l’Italia il 15 aprile 1848.
Il viaggio durò 68 giorni! Verso la metà di giugno, passata Gibilterra ed entrati in Mediterraneo, poterono finalmente attraccare presso Alicante, dove, oltre ai rifornimenti, ricevettero anche tutte le ultime notizie sulle insurrezioni scoppiate in quei mesi: la cacciata di Metternich da Milano, la guerra tra il Piemonte e l’Austria, le Costituzioni... Un’immersione in notizie esaltanti che li spinsero a salpare immediatamente per Nizza, dove giunsero il 23 giugno 1848. L’accoglienza fu trionfale, e, contro ogni legge e prescrizione sanitaria, Garibaldi e i suoi uomini sbarcarono subito, senza rispettare i 14 giorni di quarantena. La folla non lo avrebbe permesso!
Da questi giorni di fine giugno 1848 al 4 agosto 1849 Anita e Giuseppe saranno talvolta insieme, talvolta separati, sino al tragico epilogo che vide la giovane riograndense morire tra le braccia del marito in una fattoria poco lontano da Ravenna (http://www.comune.bologna.it/risorgimento/collezioni_digitali/47759/id/47777).
Ma la memoria della giovane moglie del Generale non scomparve: nonostante le altre vicende amorose e matrimoniali che lo accompagnarono nel prosieguo della vita, Anita rimase sempre una presenza importante, sia per Giuseppe che per l’intera comunità dei patrioti e dei garibaldini. A partire dagli anni post-unitari si andò infatti a costituire una lunga serie di omaggi alla sua figura, sia in Italia che nel suo paese di origine: biografie, ritratti, raffigurazioni di episodi della sua vita, monumenti, francobolli, medaglie, film, sceneggiati televisivi, fumetti… Inoltre, specialmente in Romagna, dove la memoria della Trafila rimase viva e celebrata per tutto il XX secolo, migliaia di bambine ricevettero il suo nome. E anche una frazione del comune di Argenta, in provincia di Ferrara, creata dopo le bonifiche degli anni ‘30 del ‘900, venne chiamata Anita.
Vorrei sapere a che cosa è servito
Vivere, amare, soffrire
Spendere tutti i tuoi giorni passati
Se così presto hai dovuto partire
Voglio però ricordarti com’eri
Pensare che ancora vivi
Voglio pensare che ancora mi ascolti
E che come allora sorridi
F. Guccini, Canzone per un’amica
Immagine nella pagina:
Camicie Rosse (Anita Garibaldi), locandina del film del 1952