Non è vero, ma ci credo!

ovvero, di gatti neri e camicie rosse

di Andrea Olmo

L’Europa, intanto, attraversava un periodo molto agitato, pieno di rivolte e moti che culminarono nel fatidico 1848, la Primavera dei Popoli. La ventata di Libertà investì anche Napoli, con gli eventi a tutti ben noti: rivolte di piazza, barricate e Ferdinando II che, obtorto collo, dovette alla fine concedere la Costituzione. Nonostante gli apparenti cambiamenti, la situazione rimase sempre piuttosto tesa ed i liberali, non fidandosi, e con ragione, del Re Bomba, tornarono ben presto in piazza. Il 14 maggio, nei pressi di una barricata improvvisata, un gruppo di rivoltosi fermò per un controllo proprio la carrozza del Duca.

Il Nostro, sportosi dal finestrino per protestare, fu riconosciuto dai presenti, i quali, terrorizzati, lo lasciarono immediatamente ripartire. Un popolano, che evidentemente la sapeva lunga, vista la scena disse: È passato o’ schiattamuort’: simm’ futtut’! (È passato il beccamorto: siamo fottuti!). Sia come sia, fatto sta che la mattina dopo Ferdinando II scatenò l’esercito, reprimendo la rivolta e chiudendo definitivamente la breve parentesi di libertà del Regno delle Due Sicilie.

Ormai anziano, il Duca di Ventignano conduceva vita sempre più ritirata, con notevole sollievo dei suoi concittadini. Dopo l’ascesa al trono del nuovo sovrano Francesco II, non poté, però, fare a meno di manifestare ancora una volta la sua fedeltà alla dinastia borbonica. Il Nostro si recò in visita da Franceschiello il 9 maggio 1860, augurando al Re un regno prospero, felice e, soprattutto, lungo. Come tutti sanno, l’11 maggio Garibaldi sbarcò a Marsala…

Il Ventignano non sopravvisse che pochi mesi alla caduta del suo Re. Morì, infatti, alla fine del 1860. A questo punto, per il riguardo dovuto al grande mistero della Morte, è opportuno far cadere anche gli ultimi rimasugli della irrazionale Superstizione e dire finalmente il nome del povero Duca, ingiustamente bollato come menagramo solo a causa di alcune piccole coincidenze.
Il Duca di Ventignano, intellettuale e filantropo, si chiamava Cesare Monticelli della Valle.


Toto (Miniatura 219x126 px)

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Maggio 2021 (n° 31)

M. Rignanese, L’imperatore, il sindaco e la guerriera, 2021
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