Il salotto di Nonna SperanzaViva Pruspròn Baschira...

...ch’al s’lébbra dla mèsna e dla liva!

di Marinette Pendola

Il Baschieri e il suo collega Lambertini di Anzola si vantano di avere tedeschi nella loro banda. D’altronde, in uno scontro, il soldato austriaco Pietro Covatz è ferito e catturato. Sarà poi condannato a morte e fucilato il 14 ottobre 1809. L’epopea di Prospero Baschieri comincia proprio nell’estate del 1809 e durerà nove mesi (dal 4 luglio 1809 al 13 marzo 1810).

Viaggiatori assaliti dai briganti (Miniatura 219x132 px)Nella pianura, la prima rivolta avviene a ridosso dell’entrata in vigore del Dazio Macina, il 2 luglio a Ca’ de’ Fabbri, dove un gruppo di disertori si presenta in comune e chiede la consegna delle armi e delle munizioni. Nella stessa mattina, un fatto identico avviene a S. Giovanni in Triario, in cui si conta la prima vittima. Ma c’è subbuglio in tutta la Bassa. A Budrio, la piazza si riempie di contadini che minacciano tutti uniti, armati di falci e forcali di andare prima ai mulini e poi a Bologna per uccidere chi comanda, come narra una cronaca locale.

Due giorni dopo, il 4 luglio, entra in scena Prospero Baschieri, sempre a Budrio, e le modalità d’assalto cambiano. Il capobanda ha una strategia: mette tre uomini di guardia a ognuna delle porte del paese; il gruppo si divide: uno va alle carceri e le apre, l’altro va in cerca delle autorità. Giungono dal podestà Cocchi che li accoglie in casa forse per timore di atti violenti. A lui dicono di aver aperto le carceri ma avendo inteso che i carcerati già posti in libertà erano ladri, loro stessi li avevano ricondotti e consegnati al custode delle medesime, scriverà il podestà nel suo rapporto.

Poi, insieme a lui, vanno all’ufficio di cancelleria dove si fanno consegnare i registri di coscrizione e fatti portare nella pubblica piazza unitamente alla misura dei coscritti e all’Arma con lo stemma imperiale (…) e fatti apprestare alcuni fassi di vite, è stato in breve tutto incenerito. I banditi requisiscono tutte le armi e la polvere da sparo che trovano in paese, si fanno consegnare denari dai cittadini facoltosi, poi si fanno imbandire una tavola dall’oste e mangiano abbondantemente. Benché i budriesi indichino alcuni volontari della Guardia Nazionale chiedendo che siano fucilati come spie, non vi è nessuno che sia stato molestato.

Con le stesse modalità avvengono gli assalti nei giorni seguenti a Minerbio, a Baricella, a Malalbergo. Ai briganti interessa soltanto bruciare i registri di coscrizione e le insegne del potere, recuperare armi e quel po’ di denaro per la loro sussistenza e quella delle loro famiglie.


Immagine nella pagina:
B. Pinelli, Viaggiatori assaliti dai briganti, 1817

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Maggio 2021 (n° 31)

M. Rignanese, L’imperatore, il sindaco e la guerriera, 2021

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