Nel giro di pochi giorni, gli insorgenti assumono di fatto il controllo della pianura bolognese e ci riescono con facilità perché le autorità intimorite si rifugiano in città e le truppe governative, impegnate al fronte contro l’Austria, sono scarsamente presenti. Nel pomeriggio del 7 luglio, radunate varie bande a formare uno stuolo di più di duecento ribelli, Baschieri si dirige verso Bologna. Ad attenderlo trova il generale polacco Grabinski e tutte le forze disponibili in città. Lo scontro avviene a Porta Galliera e i ribelli sono messi in fuga e inseguiti. Il grosso della banda si dirige verso S. Giovanni in Persiceto mentre molti ribelli, insofferenti di qualsiasi disciplina, si sparpagliano per la campagna. Formeranno piccoli gruppi dediti al furto e a vari altri delitti, diventando briganti a tutti gli effetti. Forse è da questo momento che nasce l’ambiguità fra insorgenza (così furono chiamate queste rivolte popolari) e banditismo, che gli storici non hanno a tutt’oggi del tutto chiarito.
Da approfondire sarebbe anche l’amicizia fra Baschieri e il capobanda Lambertini di Anzola, che probabilmente si consolida dopo l’attacco a Bologna e a S. Giovanni in Persiceto. Le cronache narrano che i due compiono le loro imprese insieme dal primo di ottobre. Forse hanno caratteri diversi e intendono diversamente l’insorgenza. Baschieri non uccide mai chi si arrende. Di solito, dopo aver disarmato i prigionieri, li lascia andare. Ma il 7 ottobre alla Posta della Samoggia, sette volontari della Guardia Nazionale, che si erano arresi, sono uccisi. E da quel momento le strade dei due capobanda si dividono. Baschieri torna a nascondersi fra i canneti, Lambertini si scontra a Vignola con un battaglione francese e muore.
L’insorgenza, che ha avuto il picco più alto in giugno e luglio, volge al termine. La vittoria napoleonica di Wagram (5-6 luglio 1809) e la pace di Vienna (14 ottobre 1809) riportano le truppe sul territorio. Da quel momento non si darà più tregua ai briganti e la Corte Speciale per i delitti di Stato, istituita per decreto il 2 aprile 1808, lavorerà a tempo pieno comminando numerose condanne a morte. Nella speranza di avere una riduzione di pena, qualcuno si arrende e collabora con la giustizia, come il disertore Luigi Melloni di Ca’ de’ Fabbri.
Baschieri intanto vaga fra i canneti e le paludi insieme a un piccolo gruppo di fedelissimi. A metà febbraio 1810 si segnala la sua presenza verso Malalbergo, dove chiede di traghettare per dirigersi verso S. Maria in Duno.
Immagine nella pagina:
Divisa della Guardia Nazionale Cisalpina (particolare), Museo civico del Risorgimento di Bologna