Il 21 giugno, preceduto dalla Gendarmeria Italiana e dalla Guardia a cavallo francese, ecco finalmente il Re! Annota Guidicini: Alle ore 3 pomeridiane è arrivato Napoleone allo sparo dell’artiglieria ed al suono di tutte le campane della città. L’Imperatore era stato ricevuto ai confini dal prefetto Somenzari. All’arco di trionfo fuori di San Felice, dal signor Domenico Bettini presidente della municipalità, gli sono state presentate le chiavi, che ha ricusato dicendo che stavano bene nelle mani di chi erano. Il presidente ha soggiunto che il popolo desiderava tirare la carrozza imperiale a mano, ma egli ha risposto che non aveva bisogno di tale prova d’attaccamento, essendone appieno convinto. Ha accettato la guardia d’onore e la cantata di un inno in sua lode, terminato il quale, è entrato in città in mezzo a mille acclamazioni, che lo hanno accompagnato fino al palazzo Caprara. Per tutta la strada vi era una doppia spalliera di soldati e dalla porta di San Felice la guardia nazionale. La sera ha avuto luogo l’opera seria nel teatro Badini (o del Corso). Terminato il ballo, le loro maestà si sono ritirate al loro alloggio. Tutta la città come la sera precedente era illuminata e dal palazzo Caprara sino al teatro, anche con numerose fiaccole.
Napoleone era già stato più volte a Bologna, nel corso della prima campagna d’Italia, entrandovi con le truppe francesi nel giugno 1796. All’epoca portava i capelli lunghi e vestiva l’uniforme da generale dell’esercito rivoluzionario. Oggi appare molto diverso: i capelli sono corti, la corporatura più robusta, l’uniforme sobria. L’Imperatore non porta infatti le sfavillanti uniformi in uso ai marescialli, ma si limita ad indossare la piccola tenuta da colonnello di quelli che sono i corpi della Guardia Imperiale a lui più fedeli: i Granatieri a piedi e i Cacciatori a cavallo. Il suo bicorno è privo di piume e di galloni, che tanto erano in voga tra gli alti gradi e si presenta quindi totalmente nero, salvo la coccarda francese. I bolognesi, data la forma e la semplicità del copricapo, lo ribattezzano la raviola.
La mattina del 22 giugno Napoleone sale a cavallo sul colle di San Michele in Bosco, lasciando la strada ed inerpicandosi per i prati, scavalcando addirittura una siepe. Della scorta, pare che il solo marchese Annibale Paleotti sia stato in grado di seguirlo, venendo per questo premiato dal Re con una tabacchiera d’oro.
Dopo aver goduto del panorama, Napoleone scende dal colle e fa il giro delle mura, da Porta Castiglione a Porta Galliera e da lì fino al sostegno del Battiferro. Traghettato il canale Navile si reca a Porta Lame, poi da San Felice fino a Ponte Lungo, rientrando finalmente in città da Porta S. Isaia.
Immagine nella pagina:
Ritratto di Napoleone in piccola tenuta da colonnello dei Cacciatori a cavallo della Guardia Imperiale, 1804