L’Ottocento Persicetano: dal progresso al patriottismo

di Miriam Forni

Dettaglio della volta del Teatro Comunale (Miniatura 219x191 px)Si può dire che la storia recente di San Giovanni in Persiceto inizia nel 1838, quando papa Gregorio XVI eleva l’antico castello al rango di città. Da quel momento tutto cambia. Si dà avvio ad una trasformazione urbanistica con imponenti lavori per il miglioramento e risanamento edilizio dell’antico borgo che ancora oggi è ben leggibile nel tessuto della città. Determinante l’appoggio del Comune e della Curia all’utilizzo di maestranze bolognesi, ma anche di artisti ed artigiani locali che hanno modo così di esprimere la loro capacità. Un fervore artistico che lascia immaginare Persiceto, nella prima metà dell’Ottocento, come un grande cantiere. Tra le prime opere eseguite il completamento della facciata della chiesa Collegiata di San Giovanni Battista con le sculture dei quattro Evangelisti di Bernardino Bernardi e, nel timpano, il rilievo dello stesso scultore voluto dall’Arciprete don Sacchetti a sue spese rappresentante Il trionfo della Religione, in evidente polemica con le tendenze anticlericali che circolavano all’epoca. Il Teatro storico comunale, inaugurato senza decorazioni nel 1790, viene completato nella volta con le pitture di Andrea Pesci e Gaetano Lodi e con le sculture di Vincenzo Testoni.

Al tecnico comunale Luigi Gamberini si affidano gli sventramenti in centro e l’allargamento della Strada Maestra, oggi Corso Italia, finalizzati a creare un accesso più veloce e scorrevole per i carri e i mezzi diretti alle nuove fabbriche. Scrive lo storico locale Giovanni Forni: Un notevole settore industriale, con attività che spaziavano dalla produzione di pellami a quella di mobili, dando lavoro a molti operai; questa fervida vita produttiva meritò a San Giovanni in Persiceto il soprannome di piccola Manchester. Così il Forni descrive la nascita della città industriale che si fa strada in una realtà agricola priva di imprese artigianali e industriali significative. Sono infatti di questo periodo le fabbriche di letti e mobili in ferro delle ditte Ghibellini e Lodini, ben presto noti a livello nazionale come prodotti di lusso per la specialità inimitabile delle vernici a fuoco e per gli inserti in autentica madreperla.

Ancora oggi, nelle strade del centro, fra i tetti sbucano comignoli strani e piccole ciminiere: sono le tracce degli edifici proto-industriali e delle imprese nate in paese, testimoni della prima grande trasformazione economica di Persiceto. Uno degli artefici di questo imponente cambiamento, nonostante la penuria economica, è Dionigio Masetti, morto nel 1858, tra gli ultimi Gonfalonieri del vecchio sistema di governo. Il suo operato non è ricordato solo nelle carte d’archivio, ma anche nella bella tomba del primo recinto del cimitero storico monumentale, che lui stesso volle erigere per sé, affinché i posteri non dimenticassero che in mezzo a flagellante penuria / provvide ai bisognosi annona e lavoro / per cui si iniziò e compì / l’ampliamento della città.


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Dettaglio della volta del Teatro Comunale

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Maggio 2025 (n° 35)

C. Stragliati, Episodio delle Cinque giornate di Milano in piazza Sant'Alessandro, fine XIX sec. (particolare).

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