Il grande spettacolo del circo

di Marika Cavrini

L’arte circense, nelle sue più alte espressioni, è una festosa sintesi di antiche tradizioni e suggestioni popolari: culture spesso lontane fra loro che arricchiscono lo spettacolo in un continuo fondersi e rincorrersi, creando una rappresentazione simbolo delle diverse identità e della loro feconda integrazione. In queste parole scritte dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2011, rivolte al presidente dell’Ente Nazionale Circhi, si coglie l’essenza del circo, che è spettacolo tra i più antichi: quello italiano ha portato nel mondo le sue radici; unione, spirito di appartenenza e identità italiana, permeando di sé le analoghe forme espressive di altri Paesi, come sottolineava nella sua missiva il neopresidente ENC Antonio Buccioni.

Lapide di Alessandro Guerra detto Il Furioso (Miniatura 219x174 px)La principale attrazione per la componente popolare degli spettatori dei circhi ottocenteschi erano cavallerizzi ed amazzoni con i loro cavalli addestrati: l’animale da lavoro per eccellenza nella vita quotidiana veniva nobilitato dallo scopo ludico e dal bel gesto che metteva in scena sulla pista del circo.

Fra i più famosi cavallerizzi italiani va ricordato Alessandro Guerra, soprannominato Il Furioso per il suo stile aggressivo, il quale ha ottenuto grande riconoscimento in varie compagnie ed è stato fra i primissimi circensi italiani a fondare una propria compagnia di fama europea. Tuttavia, la fortuna va e viene e la sua memorabilità non gli risparmiò di finire i suoi anni, a Bologna, in ristrettezze tali da dover vendere i suoi amati cavalli, con cui è rappresentato anche nell’immagine che sovrasta l’epitaffio sulla sua lapide, nel cimitero della Certosa.

Non va dimenticato poi che nelle compagnie andavano in scena intere famiglie: spesso si cercava di imparentarsi con grandi compagnie circensi. I bambini, maschi e femmine, venivano istruiti all’arte circense fin dalla più tenera età, sfruttando la loro flessibilità che facilitava l’apprendimento e permetteva di realizzare esercizi sempre più difficili. Ognuno aveva una parte in quella che era a tutti gli effetti l’attività di famiglia, di solito portata avanti dalle generazioni successive, se qualche rivolgimento della sorte non interveniva: i frequenti incidenti, anche mortali, e talvolta il declino artistico.


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Lapide di Alessandro Guerra detto Il Furioso

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Maggio 2025 (n° 35)

C. Stragliati, Episodio delle Cinque giornate di Milano in piazza Sant'Alessandro, fine XIX sec. (particolare).

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