Napoleone Re d’Italia a Bologna

di Augusto Battaglini

Nel pomeriggio, a Palazzo Caprara, dove era stata approntata una sorta di sala del trono, lo attendono le ben più tediose udienze reali: con i corpi civili, giudiziari, militari ed ecclesiastici, nonché con i notabili della città e una delegazione di Ferrara.

La sera Napoleone doveva essere alquanto provato, perciò la sola Giuseppina si reca allo spettacolo di opera buffa ed al seguente ballo eroico al Teatro del Corso, ritirandosi però prima del ricevimento organizzato al Casino Civico, a Palazzo Vizzani in via S. Stefano. In ogni caso i bolognesi non rinunciano ai festeggiamenti, che proseguono fino a tarda notte anche in assenza del sovrano e della consorte. Sempre il 22 giugno, viene emanato un decreto sulla riunione delle parrocchie delle 20 principali città del Regno. A Bologna, delle 54 esistenti, ne restano 16.

Il giorno successivo, dopo la messa celebrata alla presenza dell’arcivescovo Oppizzoni, Napoleone riceve in pubblica udienza il marchese Marzio Mastrilli del Gallo, persona a lui molto gradita sebbene ambasciatore del re di Napoli e Sicilia Ferdinando IV. Maria Carolina d’Austria, moglie di Ferdinando IV, detestava profondamente Bonaparte e non ne faceva mistero. A sua volta l’Imperatore non risparmiava minacciose parole di fuoco alla sovrana, pur nutrendo nei suoi confronti un certo rispetto (pare che la indicasse come l’unico uomo del Regno di Napoli).

Del Gallo, a nome del proprio sovrano, riconosceva la qualità di re in Napoleone, ma non quella di Re d’Italia. I Borboni infatti temevano che Napoleone, quale Re d’Italia, avrebbe minacciato l’indipendenza degli altri stati della penisola. Dati gli ottimi rapporti con il marchese del Gallo, la pubblica udienza si svolge in tutta tranquillità. Ma i timori dei Borboni si riveleranno quanto mai fondati: nel gennaio del 1806 le truppe francesi invaderanno il Regno di Napoli, rimanendovi fino al 1815.

La sera si tiene in onore dei sovrani un primo grandioso spettacolo di fuochi d’artificio in Montagnola e di seguito una altrettanto grandiosa festa da ballo in costume al Teatro Comunale, detto all’epoca Nazionale, per l’occasione ricoperto all’interno di un panneggiamento di tela verde, il colore del Regno d’Italia. Il muro di fondo del teatro era stato abbattuto, così che il palco proseguiva, mediante un ponte a livello, nell’attuale Giardino del Guasto, ornato di fiori, piante, statue, fontane, piramidi e di una peschiera. Sempre all’esterno aveva preso posto una banda musicale, che si alternava con le due orchestre all’interno del teatro. Napoleone e Giuseppina, acclamati con enorme entusiasmo, vi rimangono per circa un’ora.

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Maggio 2025 (n° 35)

C. Stragliati, Episodio delle Cinque giornate di Milano in piazza Sant'Alessandro, fine XIX sec. (particolare).

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